Rafano: proprietà nutrizionali, benefici, uso e controindicazioni

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Il rafano, volgarmente chiamato cren o barbaforte, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Brassicacee. Viene coltivato per le innumerovoli proprietà benefiche della sua radice. Quest’ultima viene utilizzata principalmente in cucina come spezia. E’ polposa, bianco-gialla, dalla forma cilindrica e rivestita da una buccia marroncina e rugosa. Il suo sapore è molto particolare: acre, dolciastro, pungente/piccante, fortemente balsamico ed aromatico.

E’ originario dell’Europa orientale ma ad oggi si è diffuso in tutto il continente europeo, Asia occidentale e Nord America. Le foglie di questa pianta sono grandi, ruvide, lunghe e di un bel colore verde intenso. I fiori si presentano molto piccoli e bianchi, raggruppati in racemi con petali disposti a croce. Il rafano cresce spontaneamente in zone con clima temperato, su terreni umidi e poco ombreggiati.

Scopriamo insieme le proprietà, benefici, usi e controindicazioni di questa straordinaria radice.

Proprietà nutrizionali

Si stima che 100 gr di rafano contengano solamente 48 kcal, distribuite in:

  • 95% di acqua;
  • 3,3% di fibre alimentari;
  • 1,8% di proteine;
  • 0,7% di grassi.

Tra i sali minerali presenti troviamo lo zolfo, potassio, silicio, sodio, ferro e calcio.

Il contenuto vitaminico è composto dalle vitamine: A, B (B1, B2, B3, B5, B6) e C.

La radice di rafano include anche composti glucosinolati: glucoclearina, singroside e gluconasturtiina. La loro degradazione enzimatica dà origine ad una complessa miscela di composti tra i quali gli isotiocianati. Quest’ultimi sono particolarmente conosciuti in ambito fitoterapico come stimolatori della circolazione sanguigna.

Da ricordare anche la modesta quantità di cumarine, fenoli, resine e antiossidanti (beta-carotene, luteina e zeaxantina).

Un componente caratteristico di questa radice è un olio essenziale volatile (0,5 – 1%) formato da diverse sostanze (es. sinigrina) che conferiscono al rafano molteplici proprietà ed il suo inconfondibile sapore.

Benefici del rafano

Per la sua composizione qualitativa, questa radice viene ampiamente sfruttata come rimedio naturale in ambiente fitoterapico.

  • Antibiotico. Alcuni studi hanno evidenziato come il rafano sia ricco di sinigrina, sostanza presente nel suo olio essenziale. Quest’ultima ha un notevole potere antibatterico; utile ad esempio per alleviare i sintomi del raffreddore e influenza.
  • Antinfiammatorio. Questa radice è molto utile per sfiammare e decongestionare le vie respiratorie. Ottimo rimedio naturale in caso di affezioni del sistema respiratorio come bronchiti o sinusiti. Quando miscelato con aceto di mele e sale, il rafano aiuta a sciogliere il catarro.
  • Diuretico. Il consumo regolare del rafano stimola la minzione. Contribuisce dunque alla pulizia dei reni, a depurare l’organismo e a contrastare così la ritenzione idrica.
  • Vasodilatatore. Questa radice mostra proprietà vasodilatatrici migliorando la circolazione sanguigna. Previene dunque l’ipertensione e patologie cardiovascolari come ictus o infarti.
  • Analgesico. Il rafano può essere utilizzato come analgesico soprattutto in caso di crampi muscolari ed artrite. Sarà sufficiente tritarlo o grattugiarlo e mescolarlo con la grappa. Dopodichè, va applicato direttamente sulla zona interessata per qualche minuto.
  • Digestivo. La sua assunzione favorisce la produzione dei succhi gastrici e della bile favorendo così il processo digestivo.
  • Antiossidante. Il buon contenuto di antiossidanti, aiuta a contrastare l’attività dei radicali liberi con effetti benefici per la prevenzione dei tumori e delle malattie cardiovascolari.
  • Proprietà cosmetiche. Il rafano è un ottimo rimedio naturale quando utilizzato a livello topico per contrastare disordini dermatologici. Ad esempio: alopecia, dermatite, herpes e macchie cutanee. I suoi estratti risultano inoltre efficaci contro eritemi, scottature ed infiammazioni della pelle. Prima di applicarlo sulla cute, si raccomanda di eseguire un test cutaneo su una piccola zona in modo da verificarne la tollerabilità.

Usi del rafano

La radice viene impiegata principalmente nel settore culinario. Anche le sue foglie possono essere utilizzate per condire insalate o zuppe.

Uno dei modi più famosi di utilizzare il rafano è la salsa cren. Viene preparata mescolando la radice grattugiata con la mollica di pane, aceto bianco, olio evo ed un pizzico di sale. Questa salsa è ottima per arricchire tartine, carne o pesce.

Il rafano può anche essere grattugiato direttamente sui piatti per regalare un tocco pungente ed aromatico.

Questa radice, per le sue proprietà, viene inoltre impiegata per la preparazione di infusi o bevande brucia grassi. Basterà frullare 130 grammi di rafano, aggiungere il succo di 3 limoni e 2 cucchiai di miele. Si consiglia di assumerne 2 cucchiai al giorno subito dopo i pasti principali. In questo modo sarà possibile stimolare il metabolismo dei grassi e beneficiare di tutte le numerose proprietà benefiche. La bevanda può essere conservata in frigorifero in una bottiglia ben chiusa per un massimo di 10 giorni. Non eccedete con le dosi per evitare di incorrere negli effetti indesiderati sotto descritti.

Il rafano può anche essere tagliato a fettine da fare essiccare al sole per un giorno. Alla fine si otterranno delle chips croccanti e piccanti da consumare come snack o aperitivo.

Per il veloce deterioramento, il rafano deve essere consumato immediatamente. Se questo non fosse possibile, è oppurtuno conservarlo sottaceto in un barattolo di vetro oppure grattugiarlo e congelarlo. Ovviamente per poter beneficiare al massimo di tutte le sue proprietà benefiche ed organolettiche, sarebbe meglio utilizzarlo fresco.

Il rafano viene anche utilizzato per motivi estetici. Da questo si può infatti creare un tonico per la pelle per contrastare le macchie cutanee. Sarà sufficiente lasciar macerare un pò di radice grattugiata con dell’aceto bianco per 24 ore. Filtrare l’intruglio ed utilizzare al bisogno.

Curiosità

Fate attenzione a quando sbucciate il rafano! Gli isotiocianati in esso contenuti (composti glucosinolati) hanno un potere lacrimante. Dunque, quando si affetta questa radice gli occhi possono bruciare e lacrimare proprio come accade con la cipolla.

Inoltre, le sue foglie sminuzzate possono essere aggiunte nel cibo del cane, poichè hanno proprietà vermifughe e ricostituenti.

Controindicazioni

Il consumo del rafano è controindicato in presenza di problemi gastrointestinali, renali ed epatici. Viene sconsigliato anche per i bambini, donne in gravidanza e durante l’allattamento.

Dosi eccessive di questa radice possono provocare spossatezza, tosse, lacrimazione ed irritazione della mucosa gastrica.

Occorre prestare attenzione nel maneggiare la radice del rafano. Può provocare infatti: lacrimazione, irritazione delle congiuntive e cefalea.

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