Equiseto: proprietà, benefici, uso, rimedi e controindicazioni

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Conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà curative, l’equiseto (Equisetum arvense) è una pianta officinale molto utile per la cura dei disturbi che interessano l’apparato urinario, per curare la cellulite e la ritenzione idrica, ma anche per per rinforzare le unghie ed i capelli. Scopriamo le proprietà dell’equiseto, i benefici per la salute, l’uso come rimedio naturale e le eventuali controindicazioni.

Equiseto: caratteristiche e cenni storici

L’equiseto, detta comunemente “coda cavallina”, è stata classificata come pianta vascolare da C.v.Linné nella metà del 700 ed è una Pteridofite facente parte della famiglia della Equisetaceae. È una delle piante più antiche ed ancestrali presenti sul nostro pianeta, la sua presenza è stata documentata grazie al ritrovamento di tracce fossilizzate risalenti a centinaia di milioni di anni.

L’identità sessuale di questa pianta non è precisa e la sua riproduzione avviene attraverso le spore, che sono sessualmente differenti ed hanno un’autonomia di qualche giorno, per cui hanno un bisogno urgente di germinare nonostante le avverse condizioni dell’ambiente circostante.

Testimonianze e ritrovamenti di carattere storico della pianta si possono far risalire al periodo antico romano grazie ai sapienti studi di un farmacologo greco, Pedanio.

Queste piante tendono a resistere agli inverni tropicali e agli ostili e repentini cambiamenti climatici di quelle zone, anzi sembra che ne traggano linfa vitale dato che tendono ad appassire con le temperature più miti. L’equiseto ha dimensioni variabili ed i fusti, sterili, vanno dai 20 cm di lunghezza e non superano quasi mai il metro.

L’equiseto ha una diffusione continentale piuttosto ampia su tutto il pianeta, tranne che in Australia e gli ambienti ideali in cui questa pianta ha la possibilità di crescere anche spontaneamente sono i terreni argillosi poiché bisogna ricordare infatti che è considerata una vera e propria argilla vegetale, e i terreni sabbiosi lungo le coste, poiché vi sono varietà che vivono anche a contatto con l’acqua e inoltre è possibile trovarli su dirupi e strapiombi rocciosi.

In Italia è molto comune nelle zone montane del nord. Questa pianta fa parte della stessa tribù della felce e la varietà più facilmente reperibile e utilizzata in campo fitoterapico e medicinale è l’Equiseto arvense, di cui parleremo nei prossimi paragrafi.

Equiseto: composizione organica e chimica

Gli studi in laboratorio sulla composizione chimica e organica dell’equiseto hanno evidenziato la presenza al suo interno di sali minerali, calcio, alluminio, ferro, potassio, silicio, resine organiche, saponine, sostanze eccitanti come alcuni alcaloidi tipo la nicotina, e acido ascorbico. La pianta ha quindi grandi proprietà mineralizzanti ma favorisce anche il fluire della diuresi grazia al silicio e ai flavonoidi. L’equiseto ha anche proprietà astringenti e agisce sia sulle pareti dello stomaco sia all’interno dei vasi sanguigni, limitando anche i liquidi in eccesso.

Le sue proprietà cicatrizzanti ne fanno un ottimo prodotto per la ricostruzione dei tessuti ed è usato in cosmesi per la realizzazione di unguenti e estratti per combattere le imperfezioni della pelle.

Equiseto: proprietà e benefici

Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato come all’interno della sua composizione organica l’equiseto contenga una sostanza indicata per chi è affetto da osteoporosi o per chi ha subito delle fratture ossee, il priflavone, e sembra avere l’abilità di incrementare la nascita di nuove cellule ossee.

Il processo di digestione avviene grazie all’intervento di acidi che possono provocare la distruzione del calcio all’interno dell’organismo, così grazie ai silici presenti nella pianta, questa fa in modo di incrementarne la presenza e l’azione sulle ossa irrobustendone la struttura.

È perfetto per le infezioni urinarie e per combattere i calcoli, oltre ad avere dei benefici diuretici. Paradossalmente gli acidi capaci di favorire la diuresi riescono a sfruttare le sostanze presenti nell’urina che contiene più scorie, favorendo una detersione e disinfezione del dotto urinario.

È inoltre indicata per combattere l’incontinenza dovuta a prostatite e infiammazioni o ingrossamento della prostata.

La pianta è un antiemorragico e un cicatrizzante, quindi è utilizzato per aumentare la velocità di guarigione delle ferite e presenta anche delle proprietà antiemorragiche ed è usato per bloccare le fuoriuscite di sangue. Per quanto riguarda l’aspetto estetico del corpo, l’equiseto è indicato per la cura della cellulite e di smagliature.

La pianta rappresenta inoltre una risorsa naturale per combattere contro la tubercolosi ed è anche un ottimo antibatterico e antimicrobico. Viene utilizzato anche per la cura di infiammazioni gengivali, afte, acne giovanile, e per la cura di reumatismi e delle mucose del naso. Rafforza le difese immunitarie, agisce sul cuoio capelluto aiutando a combattere la perdita dei capelli, favorendo la ricrescita e il rafforzamento, e incrementa la crescita e delle unghie.

Come detto in precedenza, l’equiseto favorisce il ripristino delle strutture delle mucose e in genere viene adoperato per contrastare il mal di gola. L’equiseto viene indicato anche per l’iperidrosi, soprattutto per l’iperidrosi del piede.

Equiseto: metodi di utilizzo e assunzione

L’equiseto è largamente usato in medicina, in cucina e a scopo ornamentale.

In cucina ha una tradizione storica rurale, alcune protuberanze della pianta venivano gratinati o fritti, mentre altre ricette prevedevano il suo utilizzo come ingrediente per minestroni e zuppe. A tal proposito bisogna fare attenzione a non usarne troppo poiché la pianta contiene una sostanza che danneggia la vitamina B.

I romani durante l’impero d’occidente si lavavano le mani immergendole in ampie coppe contenenti acqua abbondante ed equiseto, sostituendolo al sapone, o la usavano come detergente per il “bianchetto” dei marmi e dell’argenteria, grazie alle componenti in silicio.

L’equiseto può essere assunto tramite diverse tipologie, fra cui una delle più comuni è quella per uso esterno e per il cuoio capelluto per il quale basterà semplicemente mescolare 3 cucchiai di equiseto a 200 millilitri di acqua in una pentola da portare in ebollizione per poi filtrare il tutto e applicarlo sui capelli massaggiando dolcemente tutta la zona.

Per combattere patologie fastidiose come placche e mal di gola è invece consigliabile utilizzarlo mescolando una tazza d’acqua a 2 o 3 cucchiaini di equiseto con l’aggiunta di limone e sale e utilizzarlo come un disinfettante naturale.

Per la vescica e per i piedi è possibile trovare sul mercato erboristico sali da bagno già pronti o da sciogliere in acqua calda all’interno di recipienti o vasca da bagno.

Altrimenti per i calcoli renali è possibile preparare un decotto con 35 grammi di equiseto e due litri d’acqua da unire in una pentola da portare successivamente in ebollizione e lasciare riposare il prodotto finale per qualche minuto, per poi utilizzarlo come bevanda da assumere due volte al giorno.

Equiseto: controindicazioni e effetti collaterali

È assolutamente sconsigliabile effettuare la raccolta libera dell’equiseto spontaneo all’interno delle nostre vegetazioni, poiché la pianta contiene degli alcaloidi che potrebbero provocare l’avvelenamento e intossicazioni del nostro organismo e di quello degli animali. Pertanto è importante acquistare i prodotti in erboristeria e in farmacia.

Nel caso di utilizzo interno è necessario consultare la posologia e il medico curante per avere maggiori chiarimenti circa il corretto utilizzo e il quantitativo esatto da impiegare per la preparazione dei decotti.

La pianta può avere controindicazioni se assunta nel periodo della gravidanza o nei soggetti con problemi di pressione alta o pressione bassa.

L’equiseto inoltre non è utilizzabile in caso di insufficienza renale e nel caso di soggetti cardiopatici e che manifestano ipersensibilità allergica ad alcuni suoi componenti.

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