Colite: cause, sintomi e rimedi naturali

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La colite, detta anche sindrome del colon irritabile o IBS è un disturbo abbastanza comune e può prendere in modo più o meno intenso. Il sintomo più frequente il forte dolore addominale, accompagnato da crampi, costipazione e/o diarrea (possono alternarsi).

Solo negli USA il 20% della popolazione ne soffre e il 50% di loro accusa i sintomi prima dei 35 anni. Le donne ne soffrono più degli uomini.

La colite non provoca malattie gravi come i tumori, ma è comunque fonte di stress e delle volte d’imbarazzo. Vediamo nello specifico quali sono i sintomi, le cause, i rimedi, i fattori di rischio, la dieta e le possibili complicazioni.

Sintomi

Il principale sintomo della colite è il dolore addominale. Può essere più o meno costante, delle volte molto lieve altre volte così forte da invalidare la persona. Spesso si tratta di un dolore diffuso, che colpisce il basso ventre, a sinistra. Dopo i pasti potrebbe aumentare mentre con la defecazione da sollievo. Può esserci molto gas in pancia.

Alcune volte si presenta una corda colica. E’ un sintomo abbastanza comune tra chi soffre di colon irritabile. Si presenta un gonfiore palpabile sul lato sinistro del corpo, un po’ più raramente sul destro. Causa spasmi intestinali. Il dolore della colite è prevalentemente diurno, di solito la notte non ci sono i sintomi.

Altro sintomo è l’alternarsi di diarrea e stipsi. Può esserci muco nelle feci e l’evacuazione può essere incompleta. Non è invece un sintomo la presenza di sangue. Può manifestarsi aumento di flatulenza, feci diverse nell’aspetto, senso di evacuazione incompleta, bruciore retrosternale, bisogno frequente di urinare, dolore durante i rapporti e conseguente calo di desiderio.

Cause

Le cause della colite non sono note e chiare. Gli esperti ipotizzano che chi soffre di colite ha un colon sensibile ad alcuni alimenti e alle situazioni stressanti. E’ probabile che sia coinvolto anche il sistema immunitario. A livello fisiologico è chiaro ciò che provoca il dolore. L’intestino non ha un normale movimento e si verificano degli spasmi dolori e improvvisi. Oppure, il colon in alcuni pazienti smette temporaneamente di funzionare.

Le feci liquide sono causate dai fluidi che si muovono troppo veloci e il colon non riesce ad assorbirli. Quando il transito è troppo lento, ecco che vengono assorbiti troppi liquidi e si manifesta la costipazione. Inoltre può dipendere anche dall’assunzione di determinati cibi o da situazioni stressanti. Secondo qualcuno la causa da cercare in un’infezione batterica.

Rimedi

I rimedi non sono per tutti uguali. Di solito basta seguire una buona alimentazione, evitando quei prodotti che portano a un peggioramento dei sintomi. Va seguita quindi una dieta corretta, è importante mangiare con calma e sempre agli stessi orari. Deve essere praticata attività fisica, usare i farmaci solo quando strettamente necessario e cercare di evitare i lassativi.

Tra i rimedi naturali che aiutano ad alleviare i sintomi troviamo la tisana alla menta e quella alla melissa. Alcuni oli essenziali come quello di finocchio e di lavanda. Anche i probiotici sono di aiuto.

Fattori di rischio

Sono vari i fattori di rischio. Le donne sono più predisposte ad esempio, con un rapporto 2:1. I sintomi si manifestano in genere prima dei 35 anni. Sono più a rischio coloro colpiti da infezioni gastrointestinali, maltrattamenti, malattie psichiatriche, stress e abusi sessuali.

Un fattore di rischio è lo stress. Chi soffre della sindrome del colon irritabile può accusare spasmi quando è stressato, teso o arrabbiato. Questo perché il colon è ricco di terminazioni nervose che lo legano al cervello e quindi, reagisce allo stress. Può essere utile perciò usare tecniche di rilassamento come la meditazione e lo yoga. Sono utili le passeggiate, il supporto di uno psicologo e ovviamente cercare di uscire da una situazione che causa costantemente stress.

Dieta

I sintomi del colon irritabile regrediscono quando il paziente segue una dieta adatta. La prima cosa da fare è cercare di capire quali sono gli alimenti che portano a un peggioramento dei sintomi così da parlarne con il medico. Non tutti i pazienti reagiscono male agli stessi alimenti. Ecco perché si tratta di un lavoro individuale. Tra gli alimenti maggiormente a rischio troviamo i dolcificanti, la marmellata, la frutta come le prugne e le pesche, il latte, alcune verdure come i carciofi, la cipolla, i cetrioli, i cavoli e il sedano. Le spezie, il caffè, il thè, le bevande che contengono caffeina e le bibite gasate.

Non è detto però che la persona reagisca male a questi alimenti. Potrebbe accadere con altri diversi. Sono da evitare i pasti particolarmente abbondanti perché possono causare forti crampi addominali e anche diarrea. E’ meglio consumare pasti più piccoli ma più frequenti. Possono migliorare un po’ la situazione gli alimenti con pochi grassi e molti carboidrati. Fa bene la frutta e la verdura.

Complicazioni

Una possibile complicazione per molti è quella di avere sintomi davvero invalidanti e che impediscono di vivere tranquillamente, viaggiare, lavorare, uscire con gli amici…

Tuttavia non è mai stata dimostrata una correlazione con patologie gravi come i tumori, la colite ulcerosa e il morbo di Crohn. Si tratta di una malattia che non mette in pericolo di vita la persona, semplicemente può essere tanto forte da invalidare. E’ cronica, ha un andamento variabile e i sintomi possono avere una remissione totale per dei periodi. Molto difficile la guarigione definitiva.

Fortunatamente oggi è possibile diagnosticarla grazie ad alcuni specifici criteri. Il dolore addominale deve essere presente per tre giorni al mese, negli ultimi tre mesi almeno. Un dolore che può migliorare con la defecazione o può essere seguito da un cambiamento della frequenza di evacuazione. Le feci possono essere diverse. I sintomi possono non comparire tutti, ma solo alcuni. Viene analizzata l’eventuale presenza di altri sintomi visti nel primo paragrafo.

E’ importante chiamare il medico se i sintomi peggiorano, quando aumenta in modo strano la stanchezza e i sintomi svegliano di notte. Uguale se vi è una perdita di appetito e di peso (immotivata), se il dolore continua dopo l’evacuazione e se è concentrato in una specifica zona. Lo stesso vale qualora vi sia sangue nelle feci.

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