Assenzio: proprietà, usi e controindicazioni

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In ambito botanico la pianta dell’assenzio è denominata Artemisia absinthium. La trovate in commercio sotto forma di decotto, infuso oppure estratto fluido. Vediamo adesso cosa c’è da sapere sull’Artemisia absinthium.

L’assenzio è conosciuto principalmente come bevanda superalcolica. Il liquore ottenuto è fortissimo, addirittura allucinogeno a seconda del grado di purezza. Naturalmente la pianta dell’assenzio può essere sfruttata nel campo della fitoterapia, tutto merito delle sui componenti.

Potete fare ricorso all’assenzio se volete combattere la febbre o i problemi rivolti alla digestione. Sembra anche che sia indicato per favorire il flusso mestruale. Dunque questi sono già tre utilizzi della pianta. Le proprietà antisettiche dell’assenzio sono conosciute da tempo. È inoltre un portentoso vermifugo.

Procedendo un po’ per volta analizziamo le proprietà della pianta in questione. Ricordatevi che possono essere presenti degli effetti collaterali, questo è un argomento da riprendere più avanti.

Proprietà dell’assenzio

Le proprietà dell’assenzio sono tante e impiegate da secoli dall’uomo. Infatti la sua azione tonica era apprezzata già da antiche civiltà, come gli egizi. Tornando a oggi, recenti studi ne accertano i vantaggi nei trattamenti contro l’amenorrea, la dissenteria e i vermi intestinali. Qui sono presenti alcune proprietà benefiche della pianta dell’assenzio.

  • Migliora la digestione
  • Favorisce l’appetito
  • Potenzia il sistema immunitario
  • Aiuta la circolazione
  • Tonico.

Possiede proprietà narcotiche e trova impiego contro l’insonnia. Apprezzato anche contro il mal di stomaco e l’anemia. Inoltre è un valido rimedio naturale contro la spossatezza.

Domandate al vostro medico se e quando potete fare uso di una delle qualsiasi forme di assenzio.

Adesso segue il paragrafo degli usi, quindi se fate impiego dell’olio essenziale di assenzio, del decotto o di altri prodotti… cercate di non abusare e di seguire correttamente quanto è scritto sulle istruzioni riportate sulla scatola.

Usi dell’assenzio

Come per le altre piante anche l’assenzio è disponibile in commercio in più forme che potete utilizzare. La tisana per esempio stimola le difese immunitarie in modo efficiente ed è utile contro l’inappetenza. Gli esperti la consigliano mezz’ora prima di mangiare. Mentre contro i disturbi dispeptici è suggerita dopo i pasti.

L’essenza ricavata dalla pianta può essere ancora più pericolosa delle altre forme reperibili in commercio. Infatti serve più attenzione con il suo utilizzo. Deve essere diluita e usata solamente se un medico è favorevole. Ottima per contrastare lo stress, aiutare contro le convulsioni ed eliminare i vermi intestinali.

La tintura madre la potete usare, secondo le istruzioni, a scopo terapeutico. Deve naturalmente essere diluita in acqua. È importante che non abusiate di tale prodotto. Indicata per la digestione lenta, come vermifugo e antisettico.

Per il trattamento di alcune tipologie di ferite possono farvi comodo le compresse di assenzio.

Chiaramente il suo utilizzo è frequente anche in cucina, per la preparazione dei liquori specialmente. Anche in molte pietanze potete trovare questa pianta come ingrediente.

Controindicazioni

La pianta dell’assenzio è utile al corpo umano ma, un uso scorretto può rivelarsi controindicato. Quindi non pensate di fare da soli un rimedio fitoterapico, ma avvaletevi dei suggerimenti di un esperto. Ovviamente non potete farne uso sempre. Sopratutto per periodi lunghi, come 20 giorni o più consecutivi. Chi deve evitarla? Senza ombra di dubbio le donne in dolce attesa e quelle in allattamento. Inoltre non va bene per chi soffre di ulcera peptica.

Mostriamo i sintomi correlati agli effetti collaterali: diarrea, spossatezza, vomito e ipotensione. Sono stati riscontrati anche disturbi quali vertigini e delirio dovuti all’eccesso di assenzio. Sopratutto l’olio essenziale.

Descrizione della pianta

Le origini dell’assenzio sono del Nord Africa e dell’Europa, ed è una pianta a carattere cespuglioso. L’aroma che sprigiona facilita il suo riconoscimento. Viene coltivato nel nostro Paese e in quasi tutte le altre zone del pianeta. È un vegetale che rientra nella famiglia delle Astaraceae e la sua altezza è variabile, non supera comunque i 150 centimetri.

Le sue foglie sono alterne e picciolate, inoltre sono coperte da una peluria la quale è presente anche sul fusto. Le foglie e le sommità fiorite sono destinate a una lavorazione che offre come risultato la “droga“. I fiori si riuniscono in grappoli e sono di colore giallo. La radice è classificata come rizoma duro, questo tende a ramificare.

Cresce in terreni ricchi di minerali. È una pianta che predilige molto sole. La sua raccolta può avvenire due volte durante l’anno. Più nello specifico a primavera e in autunno. Cresce in prossimità dei muri e nelle strade di montagna.

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